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Codici a barre, un’invenzione che ha cambiato la storia del commercio

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Spesso e volentieri si possono notare i codici a barre in bella vista su tutti i prodotti che acquistiamo nella vita di tutti i giorni al supermercato, online oppure presso qualsiasi negozio. In realtà, però, fatichiamo a renderci conto di quanto siano stati un’invenzione davvero che ha fatto da spartiacque nel mondo del commercio.

Da dove è nata l’idea dei codici a barre

Può essere utile ed interessante provare a scoprire come siano nati i codici a barre. Si tratta di un’idea, la classica lampadina che si accende in testa al momento giusto nel posto più variopinto, su una bellissima spiaggia della Florida. Siamo intorno alla fine degli anni Quaranta, proprio a ridosso della Seconda Guerra Mondiale.

Ci troviamo negli Usa ed aver avuto l’idea dei codici a barre sono due americani che si stavano rilassando su una spiaggia come avevano fatto tante altre volte. Si tratta di Bernard Silver e di Norman Joseph Woodland. Ebbene, da qualche settimana a quella parte, avevano un compito ben preciso, assegnatogli da parte del direttore di un supermercato. Ovvero, quello di riuscire a ideare un codice che potesse fare da marcatore per i vari prodotti. Non solo, si doveva trattare di un codice che consentiva il riconoscimento in via del tutto automatica presso le casse e che, di conseguenza, in tutti i negozi, permetteva di smaltire le code, così come di ottemperare ai pagamenti, in modo facile ed estremamente rapido, molto di più rispetto a quello che avveniva fino a quel momento.

Il lampo di genio arriva proprio nel bel mezzo di una giornata al mare. È Woodland, infatti, che inizia a fare dei disegni sulla sabbia. Si tratta di un insieme di punti e di linee dallo sviluppo orizzontale, che sono strettamente legati al codice Morse. Ebbene, in men che non si dica, ecco l’illuminazione, dato che intuisce come, usando le dita e allungando in verticale tali segni, tutti quei tratti provocati dai puntini diventano dei solchi molto meno larghi che, insieme agli altri più larghi prodotti dalle linee, andavano a creare una sorta di nuovo codice. Ebbene, sembra pazzesco e molto strano, eppure su una spiaggia è stato inventato il primo codice a barre della storia.

Il percorso verso l’attuale codice a barre

In realtà, come si può facilmente intuire, quello che venne disegnato quel giorno sulla sabbia di una spiaggia della Florida, non era certamente il codice a barre così come lo conosciamo noi al giorno d’oggi. Infatti, si sono fatte diverse prove e test, per poter capire se effettivamente tale sistema lineare potesse essere la soluzione tanto ricercata e richiesta. Il vantaggio di una serie lineare di barre è che si può leggere in varie direzioni, senza che l’individuazione di qualsiasi prodotta possa essere correlata obbligatoriamente alla posizione da cui viene letto il codice in cassa.

Correva l’anno 1971 e, per la precisione, il 31 marzo. In questa data, un gruppo di aziende al top nel commercio internazionale riesce ad arrivare a un’intesa per poter sfruttare un codice universale per poter individuare in maniera efficace i prodotti. Si tratta del GTIN, ovvero il Global Trade Item Number.

Da tale gruppo di aziende ecco che viene formato in men che non si dica un comitato, che ha come scopo quello di designare le linee guida e la selezione dei simboli. Nel giro di un biennio, infatti, in data 3 aprile del 1973, ecco che si verificò finalmente l’approvazione del simbolo denominato UPC (che sta per Universal Product Code). Si ha, in questo modo, finalmente la nascita del primo codice a barre GS1.